mercoledì 16 maggio 2007

Odisseo, l'uomo polytropos (2)


Ma c’è un ultimo aspetto in questi versi da mettere in evidenza: la definizione di Odisseo come “eroe multiforme” (v. 1). “Multiforme” è l’aggettivo con cui il traduttore ha scelto di rendere una parole greca assai rara e di difficile interpretazione: polytropos, che significa alla lettera “dai molti giri” (da polys, “molto” e trépein, “volgere”, “girare”). Cosa volesse dire esattamente il termine era questione giù discussa dagli antichi, che avevano avanzato due ipotesi. Una prima soluzione consiste nel leggere nel verbo trépein (nell’accezione di “volgere”) un riferimento al viaggio: Odisseo polytropos sarebbe dunque “l’uomo che ha viaggiato a lungo”, che ha cambiato costantemente direzione alla prua della sua nave sotto la spinta di venti opposti. Questa interpretazione pone tuttavia un problema: l’aggettivo non aggiungerebbe in questo modo nessuna nuova informazione rispetto a quanto si specifica subito dopo, e cioè che Odisseo “tanto vagò" (vv. 1-2).
Meglio dunque ricorrere alla seconda ipotesi, che interpreta polytropos come “ingegnoso”, “dai molti espedienti”. Il poeta sottolineerebbe così l’astuzia, l’intelligenza dell’eroe, che è in effetti una delle sue caratteristiche più note e rilevanti. Una conferma a questa interpretazione ci viene dal libro 10 dell’Odissea, nell’unico altro passo del poema in cui compare l’aggettivo polytropos. Lì Circe chiama Odisseo polytropos quando si accorge con stupore che su di lui non ha effetto la pozione che trasforma gli uomini in animali: l’accorto eroe si è infatti munito di un antidoto, un’erba magica indicatagli da Hermes.
Nella traduzione di cui ci serviamo polytropos è reso però con un “multiforme”. Si individua dunque un aspetto ben preciso dell’astuzia di Odisseo, ovvero la sua capacità di mutare aspetto: l’eroe ricorre più volte infatti nel poema all’arte del travestimento, o si inventa una falsa identità per mettere alla prova l’indole e il pensiero delle persone con cui entra in contatto.
Un antico commentatore dell’Odissea, il monaco bizantino Eustazio, paragonava Odisseo a un polipo, che per i Greci è l’animale astuto per eccellenza: possiede infatti la capacità di mimetizzarsi, assumendo il colore dell’ambiente che lo circonda e degli oggetti a cui si attacca; secerne inchiostro, con cui si nasconde al nemico; organizza trappole efficaci per catturare i pesci di cui si ciba, servendosi dei suoi lunghi tentacoli. I Greci chiamavano il polipo polyplokos, “dalle molte pieghe”, in riferimento ai numerosi tentacoli che lo dotano di infinita mobilità; una definizione assai vicina a quella di polytropos, “dai molti giri”.
Il paragone tra Odisseo e il polipo, suggerito da Eustazio, ci fa capire cos’era per i Greci la metis, l’astuzia: un’intelligenza pratica, l’accorta prudenza che consiste nel sapersi adattare a ogni situazione attraverso la mutevolezza. La metis si realizza dunque nella polimorfia, nella capacità di cambiar forma, nell’essere, all’occorrenza, “doppi”, ordendo trappole sotto apparenze rassicuranti.

D. Puliga, C. Pazzini, La memoria e la parola, Le Monnier
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in foto: testa in marmo di Ulisse (4-26 d.C.), dal Museo Archeologico Nazionale di Sperlonga

14 commenti:

Carlo M. ha detto...

Nell'Iliade si evidenzia di piu la forza dell'uomo, infatti Achille era temuto per la sua forza in combattimento. Invece nell'Odissea si vede chiaramente che le idee cambiano e Odiesso riesce a tornare in patria grazie all'astuzia e non alla forza. Viene definito "Multiforme" cioè la sua capacità di cambiare piu volte aspetto per scappare dalle situazioni difficili.

Ps: Dovrò stare piu attento ai polipi da oggi.

Lemas en ha detto...

si, infatti l'Iliade è basato sulla guerra, mentre l'Odissea è il viaggio di Ulisse per tornare a Itaca. L'Eneide invece unisce tutti e due gli stili.

Pierp ha detto...

Infatti è anche per questo cambiamento di idee e temi che nella Questione Omerica l' Iliade viente attribuita ad un Omero giovane e l' Odissea ad un Omero più vecchio...

Markus ha detto...

Si capisce l'astuzia di Odisseo anche quando non viene trasformato da Circe in un animale come i suoi compagni, perchè era fornito di un'erba magica che funzionava come antidoto

Carlo M. ha detto...

Io attribuirei i due poemi a due autori diversi. I temi principali sono diversi, anche se il patriottismo e l'amore per la famiglia rimangono. In questo poema come ho detto prima risaltano le capacità mentali e non quelle fisiche.

TheVideoclipper ha detto...

Credo anch'io che il paragone di Eustazio tra Ulisse e il polipo sia giusto. Ulisse si è dimostrato varie volte abile nel gestire la situazione.

giammy f. ha detto...

Secondo me l'Odissea è più interessanta dell'Iliade perchè la storia è più umana e non parla solamente di eroi, ed è basata più sull'astuzia umana che sulla forza.

Carlo M. ha detto...

Invece io preferisco le grandi battaglie che le avventure solitarie.

salvatore.l ha detto...

il paragone tra il polipo e Ulisse è azzeccatissimo infatti nn sembra ma il polipo è un animale estremamente intelligente.....

Alessia ha detto...

Sono d'accordo con tutti. Mentre nell'Iliade prevalgono il coraggio, la gloria e l'onore, nell'Odissea contano maggiormente, per la sopravvivenza, l'astuzia e l'abilità.

Marta C. ha detto...

Le differenze tra l'Iliade e l'Odissea si notano molto...sono d'accordo con Carlo, sembrano due poemi di autori completamente diversi.

alberto m. ha detto...

E'giusto evidenziare che Odisseo polytropos indica l'uomo "ingegnoso",perchè così il poeta risalterebbe i valori di Odisseo cioè l'astuzia, l'ingegno,la pazienza e lo spirito d'avventura.
E'da sottolineare ancora due cose su Odisseo: la sua capacità di "trasformarsi" nei momenti più complicati e la sua astuzia paragonata a quella di un polipo.

Rosario Fico ha detto...

Polpo non polipo! I polipi sono sessili mentre è il polpo (Octopus vulgaris) che è dotato della capacità del mimetismo....

Paolo Bozzo ha detto...

Livio Andronico traduce in latino con versutus, astuto in quanto si sa volgere sempre dalla parte giusta.