martedì 3 aprile 2007

Contenuto dell'Iliade

L'Iliade è un lungo poema di 15696 versi. Il titolo (Iliàs) vorrebbe dire "vicenda d'Ilio"; e farebbe pensare a un racconto completo della guerra di Troia, dall'inizio di essa alla caduta della città. Invece, l'Iliade comincia col decimo anno della guerra; racconta un episodio solo della guerra: l'ira di Achille. Nella protasi del poema, Omero invoca la Musa perché canti l’ira funesta di Achille, che cagionò dolori infiniti agli Achei e gettò tanti eroi nell’Ade, da quando vennero a contesa l’Atride Agamennone, capo della spedizione, e Achille, l’eroe più valoroso. Il poema non finisce con la presa di Troia, nemmeno con la morte di Achille; ma con la fine dell’ira e con le conseguenze del ritorno dell’eroe alla battaglia: cioè con la morte di Ettore, il più forte eroe troiano, i giuochi funebri in onore di Patroclo, l’amico prediletto di Achille, la restituzione del cadavere di Ettore al padre, e i funerali dell’eroe troiano. Poiché con la morte di Ettore il destino di Troia è segnato.
L’Iliade è, dunque, veramente un’Iliade, e, insieme, un’Achilleide (un racconto e una celebrazione delle geste dell’eroe Achille): cioè, un’Achilleide legata indissolubilmente a un’Iliade, un episodio che non fa mai perder di vista l’insieme. Nell’aver saputo legare le parti in un tutto, contemperando opportunamente unità e varietà, è un’architettura sapiente, che rivela l’arte raffinata del poeta. Con questo, non si nega, naturalmente, che alcuni canti o parti di canti, specialmente quando si riferiscono non ad Achille, ma alla guerra, possano essere stati più antichi di Omero, e soltanto leggermente rielaborati da lui, o, invece, aggiunti posteriormente.
Comunque, l’Iliade quale noi l’abbiamo ha una sua unità intima e profonda. E Achille è il vero protagonista. Assente durante la maggior parte del poema, egli è sempre presente allo spirito del poeta, e finisce per impressionare, con la sua lontananza, l’animo del lettore assai più che se fosse sempre nella mischia.

Gennaro Perrotta, Disegno storico della letteratura greca

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Un'"Achilleide"...bella espressione...non mi era mai capitato di sentirla!! Rende bene l'idea, però!!
Silvia

Antonio Saccoccio ha detto...

ciao Silvia, benvenuta.

Hai ragione. E' una bella espressione trovata da Perrotta.
In effetti era stata impiegata nel 95 d.C. da Stazio, che scrisse proprio un'Achilleide, rimasta incompiuta al secondo libro.