giovedì 7 giugno 2007

Heinrich Schliemann (9): l'epilogo

Oramai al colmo della gloria e del prestigio, Schliemann pensa a coronare l’opera della sua vita con un’ultima memorabile impresa. Dopo aver esplorato la Troade e l’Argolide, dopo aver scoperto il tesoro di Priamo, le tombe dei re di Micene e la dimora dei principi di Tirinto, il tedesco pensa a Creta, la leggendaria isola di Minosse che occupa un posto rilevante nell’epopea omerica. Accompagnato dal fedele Dorpfeld, sbarca nell’isola e va a visitare il sito di Cnosso.
Il luogo è pieno di promesse. In superficie si possono notare i resti di costruzione che somigliano, secondo Schliemann stesso, ai resti del palazzo di Tirinto. Decisamente vale la pena scavare questo sito che può, in definitiva, essere quello della dimora del primo imperatore dei mari.
Lo scavo di questo palazzo deve coronare le imprese archeologiche di Schliemann, al punto che scrive: “Vorrei concludere l’opera della mia vita con una grande impresa: lo scavo del più antico palazzo preistorico di Creta, quello di Minosse”.
Ma prima di scavare, bisogna acquistare i terreni. Sopra la collina dove presumibilmente sorgeva il palazzo di Cnosso è piantato un oliveto. Cominciano le trattative tra Schliemann e un bisbetico proprietario terriero cretese. Il prezzo proposto al tedesco in cambio del terreno è esorbitante: 100.000 franchi aurei. Dopo discussioni interminabili, le due parti si mettono d’accordo per una somma di 40.000 franchi.
Rimane solo da firmare l’atto. Schliemann è felice; finalmente potrà realizzare il suo ultimo sogno. Il tedesco s’imbarca per Creta e giunge a Candia. Prima di apporre la firma in calce all’atto notarile, decide, da buon commerciante, di gettare uno sguardo alla sua futura proprietà. Ed ecco la sopresa: nel frattempo il cretese ha spostato i confini del terreno e invece dei 2500 ulivi di cui parla l’atto di vendita, Schliemann riesce a contare soltanto 888 alberi sulla terra che si appresta a pagare. Le cose non vanno. I due uomini litigano furiosamente, rompono le trattative e infine, disgustato, Schliemann abbandona l’idea di scavare il palazzo di Cnosso.
È quindi per soli 1612 ulivi che lo scopritore di Troia, di Micene e di Tirinto lascia ad altri l’onore e l’onere di riesuamare i resti della reggia di Minosse.
Louis Godart, L'invenzione della scrittura. Dal Nilo alla Grecia, Einaudi

5 commenti:

Anonimo ha detto...

ottime informazioni. grazie!

Anonimo ha detto...

lodevole.
Molto bravi ragazzi e prof.

smemorato ha detto...

Che bello prof! ;o)

mtb ha detto...

Cari AUGURI di Buona PASQUA!
mtb

Anonimo ha detto...

Good post and this mail helped me alot in my college assignement. Thank you on your information.