venerdì 23 marzo 2007

Il giudizio di Paride (dalle Fabulae di Igino)

"Quando Teti sposò Peleo, si dice che Giove abbia invitato al banchetto tutti gli dèi tranne Eris, cioè la Discordia, che, dopo essersi presentata ugualmente e non essendo ammessa al banchetto, dalla porta gettò fra i convitati un pomo, e disse che lo prendesse colei che era la più bella. Giunone, Venere e Minerva iniziarono a rivendicare ciascuna per sè la maggiore avvenenza, e tra di loro nacque una gran lite. Allora Giove ordinò a Mercurio di accompagnare le tre litiganti sul monte Ida da Alessandro Paride e di comandare che lui giudichi. A costui Giunone promise che lo avrebbe regnato su tutte le terre, e che sarebbe stato il più ricco di tutti gli altri, se avesse giudicato a favore di lei. Minerva promise al giovane che, se fosse stata proclamata vincitrice, sarebbe stato il più forte tra gli uomini ed esperto in ogni arte. Venere, invece, promise di dargli in moglie Elena, figlia di Tindaro, la più bella di tutte le donne. Paride preferì l’ultimo dono ai precedenti, e giudicò che Venere era la più bella; perciò Giunone e Minerva furono nemiche dei Troiani. Per l’incitamento di Venere, Alessandro portò Elena da Sparta, dall’ospite Menelao, a Troia, e la sposò con due serve, Etra e Tiside, che Castore e Polluce gli avevano dato come schiave, un giorno regine."
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Iovis cum Thetis Peleo nuberet ad epulum dicitur omnis deos convocasse excepta Eride, id est Discordia, quae cum postea supervenisset nec admitteretur ad epulum, ab ianua misit in medium malum, dicit, quae esset formosissima, attolleret. Iuno Venus Minerva formam sibi vindicare coeperunt, inter quas magna discordia orta, Iovis imperat Mercurio, ut deducat eas in Ida monte ad Alexandrum Paridem eumque iubeat iudicare. Cui Iuno, si secundum se iudicasset, pollicita est in omnibus terris eum regnaturum, divitem praeter ceteros praestaturum; Minerva, si inde victrix discederet, fortissimum inter mortales futurum et omni artificio scium; Venus autem Helenam Tyndarei filiam formosissimam omnium mulierum se in coniugium dare promisit. Paris donum posterius prioribus anteposuit Veneremque pulcherrimam esse iudicavit; ob id Iuno et Minerva Troianis fuerunt infestae. Alexander Veneris impulsu Helenam a Lacedaemone ab hospite Menelao Troiam abduxit eamque in coniugio habuit cum ancillis duabus Aethra et Thisadie, quas Castor et Pollux captivas ei assignarant, aliquando reginas.

Igino, Fabulae, XCII

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