sabato 31 marzo 2007

Epica, lirica, tragedia

Èpos è antica parola greca, giunta intatta fino ai nostri giorni. Può avere diversi significati, tutti in connessione fra loro, ma indica anzitutto il verso tipico dei poemi antichi, l’esametro, così detto perché era composto da sei misure (dal greco esa, “sei” e métros). Greci e Latini lo adoperavano per cantare le gesta degli dei e degli eroi, per celebrare le origini di una stirpe o di un popolo. L’Iliade e l’Odissea di Omero, l’Eneide di Virgilio, il poema nazionale romano, il De rerum natura di Lucrezio che spiega le origini e la natura del mondo, i Fasti di Ovidio sulle ricorrenze più importanti in Roma ecc. sono tutti poemi epici, composti in esametri.
Epopea, parola che viene sempre dal greco (épos + poiéo, “faccio”, prima persona del verbo “fare”, quindi “far versi, comporre poemi”), significa letteralmente “narrazione in versi di gesta eroiche”, leggendarie o no, comunque sempre abbellite e idealizzate dall’artae del poeta. Si può parlare di epopea greca, quella che qui trattiamo con particolare riferimento ai poemi epici attribuiti a Omero; di epopea romana o latina (Virgilio, Ovidio, ma anche Nevio, Lucano ecc.); di epopeea medievale cavalleresca che narra le battaglie fra cristiani e saraceni (Carlo, Agramante, Orlando e i paladini di Francia, Angelica, Armida ecc.) o le saghe di re Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda. Infine, si parla di epopea moderna quando entrano in campo Torquato Tasso con la Gerusalemme Liberata, l’inglese John Milton con il Paradiso Perduto ecc. Ma nulla vieta di parlare di un’epopea spaziale se pensiamo alla Trilogia della Fondazione di Isaac Asimov o a 2001 Odissea nello spazio di Arthur C. Clarke – ecco che rispunta il concetto di “odissea”, ma qui, attenzione, siamo alla prosa o perfino al cinema.
Per restare nel campo della poesia, all’epica si contrappone la lirica, che esprime sentimenti individuali, e infine la tragedia, che mette in scena episodi e personaggi delle epopee puntando sulla recitazione, sugli attori, i dialoghi, i cori, con autori come Eschilo, Sofocle, Euripide (greci), Seneca (latino), Corneille e Racine (francesi), Shakespeare (inglese), Alfieri e Manzoni (italiani) e via via fino ai nostri giorni.

Jacqueline de Romilly, Omero (1998)

2 commenti:

alberto m. ha detto...

grazie prof. adesso so che il termine Epos indica il verso tipico dei poemi antichi,l'esametro,il quale lo adoperavano i Greci e i Latini; adesso sono molto curioso e credo che le mie prossime letture riguarderanno "gesta eroiche"

Felix Sport ha detto...

Fino a Pirandello, Godout, Fo.